Milano, 27 ottobre 2014 - 19:31

Israeliani e palestinesi insieme
per salvare la piccola Intisar

Una bimba di 9 anni a Roma col padre per curare il tumore al fegato. Aveva già subito un trapianto, a sostenere le cure la Onlus Angels e alcune famiglie ebree

di Maria Rosaria Spadaccino

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ROMA - Intisar, piccola palestinese di nove anni torna a Roma per curarsi. «La solidarietà verso i bambini sofferenti è straordinaria: due popoli in guerra non impediscono alle persone di buona volontà di fronteggiare casi umani, anche se della parte avversa». Benedetta Paravia, portavoce della Onlus A.N.G.E.L.S.(Associazione Nazionale Giovani Energie Latrici di Solidarietà),ha commentato così la collaborazione tra gli operatori sociali palestinesi ed alcune famiglie israeliane che hanno finanziato l’arrivo in Italia di Intisar, bambina di nove anni con il suo papà, con l’obiettivo di ultimare le cure iniziate proprio a Roma quattro anni fa a seguito di un tumore.

Prime cure

«La piccola – prosegue Paravia - è arrivata a Roma all’età di cinque anni perché affetta da epatoblastoma. Dopo le prime cure chemioterapiche al Policlinico Umberto I e dopo otto mesi di permanenza nella Capitale le arriva il fegato compatibile. A seguito del trapianto, avvenuto presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, si presenta una recidiva sul fegato nuovo. La bimba viene così sottoposta ad un nuovo intervento di rimozione delle cellule tumorali eseguito dal Professor De Ville».

Policlinico Umberto I

Intisar, grazie al finanziamento delle famiglie israeliane è ora a Roma, dove sarà sottoposta a tutti i controlli di rito presso il reparto di Oncologia pediatrica dell’Umberto I diretto dalla professoressa Anna Clerico. «Vorrei ringraziare la Sapienza Università di Roma, la Direzione Sanitaria del Policlinico Umberto I ed il reparto Oncologia pediatrica per l’accoglienza alla bambina; le famiglie che hanno contribuito economicamente al viaggio ed alla permanenza nella Capitale, le autorità israeliane ed il Consolato Italiano a Gerusalemme ed i media che ci aiutano costantemente a divulgare il nostro operato», ha concluso Paravia.

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